Normative caldaie

Caldaie Viessmann

Come ben sapete, possedere una caldaia significa dover effettuare dei controlli periodici. E’ innanzitutto necessario fare un po’ di chiarezza sull’argomento. La revisione dell’impianto è da tenere ben distinta dal controllo dell’efficienza energetica, meglio conosciuta anche con i nomi di verifica dei fumi o bollino blu.Il primo intervento è obbligatorio per tutti i tipi di impianto di riscaldamento, compresa la classica caldaia domestica installata all’esterno con potenza inferiore a 35 kw; per quanto riguarda invece il controllo di efficienza energetica questo è previsto per tutti gli impianti che superino una potenza di 10 kw.

1. Qual è la differenza fra la manutenzione ed il controllo fumi della caldaia?
La manutenzione della caldaia consiste nella pulizia del bruciatore, dello scambiatore di regolazione, sicurezza e controllo, nella verifica del corretto ed efficiente scarico dei fumi. In altri termini, consiste in tutte quelle operazioni tese a conservare l’impianto in uno stato nel quale può adempiere alla funzione richiesta.Il controllo dei fumi della caldaia, invece, consiste nell’esame dei fumi della caldaia, più precisamente nell’analisi della combustione per verificarne il rendimento, la concentrazione di ossido di carbonio (CO) e l’indice di fumosità. Come si effettua nello specifico? Si prelevano i prodotti di combustione e si misura se i valori sono conformi ai valori di soglia indicati nelle norme.

2. Perché la revisione ed il bollino blu della caldaia sono controlli necessari?
Gli interventi di revisione e bollino blu della caldaia sono controlli necessari perché oltre a garantire la sicurezza degli ambienti domestici, favoriscono il risparmio energetico (e dunque economico), riducendo anche le emissioni inquinanti.In particolare, la revisione ordinaria prevede pulizia, controlli sulla sicurezza e sul funzionamento; un’operazione logicamente da effettuare nella stagione in cui il riscaldamento è spento. Altra cosa è invece è l’esame dei fumi, obbligatoria per legge perché serve a misurare la quantità dei gas presenti nella combustione, tra i quali il monossido di carbonio, permettendo così di tenere sotto controllo sia la sicurezza sia l’inquinamento atmosferico. Minori emissioni di CO e CO2 significa infatti bruciare meno combustibile e quindi immettere nell’atmosfera meno fumi di scarico.

3. La normativa di riferimento per la certificazione caldaia
La normativa di riferimento per la certificazione della caldaia deriva da diverse norme di legge. Il controllo dell’efficienza energetica è sancito dal Decreto Legislativo n. 192 del 19 agosto 2005, integrato successivamente dal D.P.R. 74/2013 che si conforma alla direttiva europea 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.La manutenzione e pulizia delle caldaie è invece regolamentata dal D.Lgs 311/06, che ha integrato e corretto il precedente D.Lgs 192/05.

4. Quali rischi in caso di mancata revisione e fumi caldaia?
I rischi in caso di mancata revisione e verifica fumi della caldaia sono tipicamente 4:La fuoriuscita di gas (nel caso di apparecchi alimentati a gas, metano o gpl), pericolosa in quanto può a sua volta comportare un’intossicazione o, peggio ancora, uno scoppio;La creazione di monossido di carbonio. Rischio da non sottovalutare perché l’incidente può avvenire con tutti i tipi di combustibile e può derivare sia dal fatto che fiammelle brucino l’ossigeno, senza che nelle stanze ci si un ricambio d’aria, sia dall’intasamento dei tubi di scarico dei fumi;L’incendio del combustibile (un rischio presente in particolare in caso di caldaia a gasolio o kerosene);Le fulminazioni o gli incendi causati da corti-circuiti negli impianti elettrici che servono la caldaia.Le statistiche ci dicono che la maggior parte degli incidenti è causato da impianti a metano essendo il combustibile più diffuso e il più utilizzato dalle caldaie individuali. Incidenti che sono provocati spesso per imperizia, trascuratezza e scarsa cura dedicata dal proprietario dell’impianto.

5. Ogni quanto la revisione e la prova fumi caldaia sono necessari?
Ad innovare la disciplina di riferimento per la revisione degli impianti di riscaldamento delle abitazioni, è il DPR n. 74 del 2013. Con tale norma cambiano i tempi per sapere ogni quanto la revisione e la prova fumi caldaia sono necessari. Vene affidata infatti, per la prima volta, alla ditta installatrice la possibilità di indicare la periodicità e la tipologia di operazioni di manutenzione e pulizia da compiere, in genere ogni 1 o 2 anni. Nel caso in cui la ditta non fornisca indicazioni, faranno fede le indicazioni riportate dal costruttore della caldaia sul libretto di impianto. Solo nel caso in cui mancassero anche questi dati, ci si riferirà infine alle norme UNI e alle norme CEI della caldaia (esempio per le caldaie domestiche inferiori a 35 kw fa fede la norma UNI 10436/96 mentre per le caldaie condominiali di potenza superiore a 35 kw ci si riferisce alle norme UNI 10435/95).Per il controllo dell’efficienza energetica , il classico controllo dei fumi della caldaia e del rendimento di combustione (chiamato spesso anche “Bollino blu”) vale un’altro discorso. A stabilire la periodicità dei controlli in tal caso è la legge, più precisamente l’allegato A del DPR di cui sopra, che uniforma la manutenzione della caldaia alle normativa Europee sulla periodicità dei controlli.

Il nuovo regolamento ha previsto il rinnovo del Bollino blu come segue:impianti a gas metano o GPL: ogni 4 anni;impianti termici a combustibile liquido o solido: ogni 2 anni;caldaie con potenza superiore a 100 Kw: i tempi si dimezzano.Controlli da effettuare con le scadenze stabilite a prescindere dal tipo di caldaia e di anzianità della stessa.Spetterà poi al comune effettuare delle verifiche a campione, per appurare lo stato della caldaia del cittadino. Non dimentichiamoci che nel caso in cui l’ispettore reputi che la revisione non sia stata effettuata secondo le norme vigenti, il proprietario, l’amministratore o l’inquilino rischia una multa che oscilla da un minimo 500 a un massimo di 3000 euro, come disposto dall’articolo 15 del D.l. 192/2005.

6. Chi è abilitato ad effettuare il bollino blu?
Il controllo deve essere eseguito da chi è abilitato ad effettuare il bollino blu, ovvero coloro che sono stati certificati dalla camera di commercio per lo svolgimento di attività da manutentore o installatore. Installatori che dal 1°agosto 2013, ai sensi dell’art. 15 del D.lgs n. 28/2011 che recepisce la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, devono infatti obbligatoriamente disporre di tale certificazione, nel gergo nota come “patentino”, per installare e fare manutenzione di caldaie, caminetti e stufe a biomasse, sistemi solari fotovoltaici e termici, sistemi geotermici a bassa entalpia e pompe di calore.Si ricorda che a seguito della revisione della caldaia e del controllo dei fumi, deve essere rilasciato dal tecnico un rapporto di controllo tecnico da allegare al libretto di impianto. Copia di essi verrà trasmessa all’autorità competente, Comune o Provincia. A tal proposito non vi sarà sfuggito che dal 15 ottobre 2014 è in vigore un nuovo libretto di impianto obbligatorio per i proprietari di casa. Il nuovo libretto deve essere compilato per la prima volta dal manutentore, ma il vecchio che abbiamo in casa non deve essere gettato perché rappresenta la documentazione storica della caldaia.

7. Il libretto della caldaia
È la “carta d’identità” della caldaia autonoma. Per legge deve sempre riportare i dati del cliente, il numero di matricola dell’apparecchio, i risultati degli interventi di manutenzione nonché i dati relativi all’analisi dei prodotti della combustione. Su tale documento vengono annotati anche i risultati delle ispezioni svolte dalla Pubblica Amministrazione.

8. Quali sono i tempi dell’intervento?
La prassi prevede che i tempi dell’intervento siano circa di un’ora e mezza circa per un controllo sui fumi fatto a regola d’arte. L’intervento di revisione tecnica annuale è invece solitamente più semplice e si risolve nel giro di un’ora.

9. Costo per la revisione e fumi della caldaia
Il costo per la revisione della caldaia si può aggirare complessivamente intorno ai 160-230 euro ed è così scomponibile: dai 60 agli 80 euro per un’operazione di manutenzione ordinaria; mentre dai 100 ai 150 euro per il controllo emissioni fumi.Consiglio: Per ridurre le spese di manutenzione e revisione, è possibile sottoscrivere dei contratti di assistenza che prevedono dei pacchetti con un numero determinato di interventi di controllo, garantendovi così un risparmio di almeno il 10%.Nel caso in cui aveste una caldaia vecchia e con bassa efficienza energetica, con la nuova normativa, fossi in voi valuterei la possibilità di investire nell’acquisto di una nuova caldaia, ad esempio a condensazione, e approfittare della detrazione 65% in vigore fino al 31 dicembre 2015 per le spese effettuate sia per le singole unità immobiliare che per i condomini. Una soluzione che potrebbe consentirvi un grande risparmio nel lungo periodo.E’ indifferente dal punto di vista dei costi rivolgersi a centri di assistenza autorizzati o a tecnici multimarca: la strategia migliore che vi posso suggerire è quella di richiedere prima un preventivo.

10. Tipologie di caldaie
Le tipologie di caldaie sono principalmente 3 e si differenziano a secondo del loro metodo di funzionamento:

caldaie a camera aperta;

caldaie a camera stagna del tipo standard;

caldaie a camera stagna a condensazione.

Caldaie a camera aperta
Le caldaie a camera aperta (tipo B), dette anche caldaie a tiraggio naturale, prevedono un solo tubo di scarico fumi e funzionano utilizzando per la combustione l’ossigeno presente nell’ambiente che aspirano grazie ad una piccola apertura frontale. Devono essere collocate in locali aerati, con assoluta esclusione di bagni, camere da letto e di locali dove siano presenti camini privi di autonoma presa d’aria, o all’aperto, per prevenire la formazione nei locali di ossido di carbonio per carenza di ossigeno;[1].Sono ormai di fatto escluse dalla normativa in quanto utilizzabili solo per una mera sostituzione, ovvero a condizione che sostituiscano una caldaia precedente dello stesso tipo.

Caldaie a camera stagna del tipo standard
Sono le più diffuse in quanto adatte alla stragrande maggioranza delle situazioni domestiche, gli appartamenti condominiali in primis. La sua installazione può avvenire in qualsiasi locale, che sia in bagno, in cucina o in uno spazio apposito purché ventilato.Le caldaie a camera stagna come indica il nome, sono costituite da una camera stagna per la combustione e si caratterizzano per avere la canna fumaria a tiraggio forzato. L’aria necessaria per la combustione, è incanalata difatti forzatamente (grazie ad un ventilatore ) attraverso tubi di adduzione aria, mentre i gas di scarico sono sempre rilasciati all’esterno mediante tubazioni e condotti isolati.

Caldaia a camera stagna a Condensazione
Scegliere la caldaia a condensazione è la soluzione ideale per chi la utilizza massicciamente, sia per riscaldamento che per produrre acqua calda.Si differenziano rispetto alle classiche nel consentire il “riutilizzo” dei gas di scarico. Una caldaia a condensazione è infatti in grado di recuperare il calore latente di condensa di tali fumi attraverso una speciale canalizzazione che consente di riscaldare anche l’acqua in entrata nella caldaia.E’ bene infine sapere che per tutte queste tipologie di caldaie esistono delle varianti a basamento o murali.Tipicamente, le caldaie a basamento hanno dimensioni superiori di quelle murali (dette anche pensili) e sono destinate ad essere installate in locali specifici, quali centrali termiche. Sono facili da installare perché sono semplicemente poggiate a pavimento, quindi collegate agli impianti. Possono essere ospitate dove ci sia spazio e dove possano essere correttamente alimentate con acqua e gas.Le caldaie murali sono adatte per installazioni sulle pareti, interne o esterne, delle abitazioni. Sono saldamente fissate e collegate agli impianti del gas e dell’acqua; possono essere ospitate in nicchie, locali caldaie e intercapedini create appositamente.

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